LE PIETRE


Nel laboratorio di Paolo Megazzini

        Lo sguardo di uno scultore come Paolo Megazzini ci suggerisce una esperienza di percezione – tutta visiva – del movimento dell’esistenza. Ci invita a prendere posto di fronte al teatro dell’esistere, senza nasconderci che potrebbe anche essere scomodo e poco agevole, e allestisce la scena nei suoi elementi cognitivi essenziali alla comprensione. Ed è spiazzante come il supporto di questa figurazione sia fatto da elementi più veri del vero, le pietre o il legno. Megazzini segue un percorso preciso di lettura del reale, sia che si concretizzi in un’azione che in un fenomeno naturale. Penso ad esempio alla sua “Onda”, immobile e dinamica, deformata dalla velocità, le sue linee cinetiche la rendono solo vagamente percepibile se non si lascia andare lo sguardo. E’ così che un evento naturale, anche immenso, viene trasformato da piccoli segni che consentono a Megazzini un lavoro di decostruzione formale progressivo e inesorabile della realtà, fino a rivelarsi come espressione di una dimensione “altra". E’ allora che si affaccia, improvvisa, la verità. Così inattesa, che è impossibile riconoscerla. E questo è ciò che avvicina la fruizione dell’opera d’arte all’esperienza religiosa.



                                                              Antonio Farisi, ottobre 1998